Il trattamento dell'aria compressa
Per un uso corretto dell’aria compressa occorre, prima di utilizzarla nei circuiti automatici, prevedere un trattamento di filtrazione, regolazione della pressione e, se le apparecchiature lo richiedono, anche la sua lubrificazione.
Le apparecchiature impiegate per queste operazioni sono di solito montate in un unico blocco chiamato gruppo FRL (Filtro–Regolazione–Lubrificazione).
Filtro
A) Corpo in lega metallica con incorporate le connessioni ed i dispositivi di fissaggio e sostegno dei componenti interni.
B) Tazza trasparente collegata al corpo. Funge da serbatoio di espansione e di raccolta della condensa e delle impurita.
C) Anello deflettore-centrifugatore alloggiato in corrispondenza dell’entrata dell’aria; imprime a questa un movimento rotatorio che centrifuga sulla parete della tazza le particelle solide e liquide che, poi, cadono sul fondo.
D) Cartuccia filtrante, in materiale finemente poroso, attraverso la quale passa l’aria diretta alla connessione di uscita.
E) Separatore situato fra la cartuccia filtrante ed il condensatore; impedisce al flusso dell’aria in transito di investire il liquido depositato e riportarlo in circolazione.
G) Scarico di fondo che può essere un semplice rubinetto o, meglio, automatico con galleggiante.
Regolatore
Il regolatore di pressione è costituito essenzialmente da un corpo (A), da una vite di regolazione (F), da una molla di regolazione (E), dal diaframma elastico (D) e dalla valvola a piattello (B).
Avvitando la vite di regolazione si esercita sulla molla un certo carico che viene trasmesso, tramite il diaframma e lo stelo, alla valvola, provocandone l’apertura.
All’aumentare della pressione a valle, aumenta la spinta che si esercita sulla faccia superiore del diaframma; tale spinta agisce in contrasto alla molla di regolazione fino a raggiungere l’equilibrio fra le due forze.
Se non esiste una richiesta d’aria a valle del regolatore, lo stato di equilibrio si ottiene a valvola chiusa.
Quando invece si ha un consumo d’aria, lo stato di equilibrio si raggiunge con la valvola aperta di quel tanto necessario a compensare il consumo stesso. In tal modo la pressione in uscita viene mantenuta costante.
Lubrificatore
Il funzionamento del lubrificatore a nebbia si basa sul trascinamento dell’olio causato da una differenza di pressione prodotta in un condotto provvisto di strozzatura e percorso da aria compressa.
Facendo riferimento alla figura, l’aria compressa in ingresso attraversa il sensore di flusso e la strozzatura Venturi ed esce a valle.
Una piccola parte dell’aria compressa, attraverso la valvola di ritegno B, mette in pressione la tazza in cui è contenuto l’olio lubrificante.
Si crea cos`ı tra la tazza e la cupola–spia C una opportuna differenza di pressione che consente all’olio di raggiungere attraverso il sifone D la cupola C, dalla quale viene immesso a gocce nell’aria compressa, generando in tal modo la nebbia d’olio desiderata.
La generazione della nebbia d’olio viene resa proporzionale alla richiesta tramite il sensore di flusso, mentre la regolazione della quantit`a d’olio viene ottenuta mediante la manopola E.
Esistono anche lubrificatori a micronebbia il cui funzionamento è analogo ai lubrificatori a nebbia, con l’aggiunta di un dispositivo che non permette alle goccioline d’olio, che superano un determinato diametro, di proseguire con l’aria compressa e le costringono a rientrare nella tazza.
Con questi tipi di lubrificatori l’olio può essere trascinato in sospensione a micronebbia a grandi distanze.
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