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LE TRASMISSIONI IDROSTATICHE
Pompe e motori possono essere variamente combinati (con l'aiuto di organi intermedi quali valvole di distribuzione, di sicurezza, di controllo portata, nonché di circuiti ausiliari e di pilotaggio) per formare una trasmissione idrostatica completa.
In effetti una “trasmissione” in senso lato si realizza ogniqualvolta in una pompa si genera dell'energia idraulica che viene riconvertita in energia meccanica in un attuatore, indipendentemente dal tipo di attuatore utilizzato, e, quindi, anche nel caso si utilizzi un cilindro a moto lineare.
Tuttavia le trasmissioni idrostatiche per antonomasia sono quelle costituita dalla combinazione, raggruppata o distinta, di pompe e motori idraulici rotativi. Esse sono adatte per la trasmissione di potenze che vanno da qualche kW fino a parecchie centinaia di kW, ed offrono numerosi vantaggi rispetto agli altri dispositivi meccanici o elettromeccanici, quali:
• l’eliminazione di giunti e frizioni
• la controllabilità e variabilità della coppia e del regime di rotazione in modo continuo
• la possibilità di avere accelerazioni e frenate rapidissime e senza danno per le strutture meccaniche
• la possibilità di distanziare motore primo ed utilizzatore senza problemi di interconnessione meccanica
• la facilità di limitare e controllare la potenza
• la possibilità di invertire i movimenti finali.
IMPIANTI A CIRCUITO APERTO E CIRCUITO CHIUSO
Negli impianti a “Circuito aperto” tra lo scarico del motore e l’aspirazione della pompa è interposto il serbatoio.
Questa soluzione è di uso comune sia nelle applicazioni industriali che in quelle mobili (dalle macchine utensili alle presse, dai verricelli alla trazione di macchine mobili) ma per alcune applicazioni può creare degli inconvenienti sia dal punto di vista delle condizioni di aspirazione della pompa (cavitazione) sia dal punto di vista del controllo del transitorio (in caso di brusco arresto della pompa, per inerzia l’attuatore continua a muoversi richiedendo una portata di olio superiore a quella fornita dalla pompa mandando in depressione il condotto di mandata). In questi casi si preferisce adottare un “Circuito chiuso” nel quale l’olio scaricato dall’attuatore ritorna direttamente alla pompa.
Qui di seguito si riporta una tabella con un riepilogo delle proprietà dei circuiti aperti e chiusi, ed un loro confronto.
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